oniroNAUTA

september 15
3 months: that's how long this work lasted until this result: the OniroNauta.
DOWNLOAD THIS RESUME (video, slideshow and text) -3,60 MB-

-------------------------------------------------------------------------------------
The following text is the diary of a work done imagining a situation of intimity inside the mind, dreaming, remembering, interacting.
-------------------------------------------------------------------------------------

september 5
Sogno lucido.
[Nel sogno lucido il sognatore è cosciente del suo sogno. L'onironauta è l'esploratore del sogno che sta sognando; può interagire con esso e può alterarlo.]

La nostra stanza sogna il sogno che viviamo nell'istante in cui entriamo e interagiamo con essa.




installation project resume
click to enlarge


Il mondo intorno è sfumato, la sequenza delle azioni segue logiche non-lineari. Ciò che conta è la dimensione soggettiva.







july 22
DentrodiTre_

MEMORIES#01




DREAMS#02




...


july 21

working on the space

july 15
DentroDiTre
dreams, memories and crashes
3 non-linear steps in mind.



If you want to know more, we are going to have the first test of this performance in nemogruppo's garden on 27th july, 21.00 h .
Here you can download the last draft of the first draft of the whole digital system: audio, video, algorithm.

If you want to try to use this patch to work on your pc, you have to download vvvv, download the package, connect a camera (or a webcam) to pc and point it towards a backlit white panel. Moving objects through the space between camera and panel, you will see three kinds of changes in audio and video.
You could use it for other aims if you change sounds and textures.
Let us know: t-fata@nemogruppo.com



july 5
programming: memory> motion> interferences



july 3
bianco.
di valentina muscedra

bianco come il bianco delle pareti di una stanza, che smaterializza le cose e le trasforma in sensazioni o in ricordi lontanissimi...









june 30
Della natura di una stanza | the way things are...
di valentina muscedra

Ogni stanza, nonostante la sua immobile esistenza, è un ricettacolo di esperienze emotive captate nel quotidiano (umanamente) vissuto dei suoi abitanti. Su di esse, sul bianco apparentemente neutro e indifferente degli intonaci, come ricordi riaffiorano le proiezioni degli stati d'animo o delle esperienze che gli uomini hanno vissuto.

Le pareti di una stanza così riportano le tracce dei suoi abitanti, manifestando quello scambio osmotico che si realizza tra l'uomo e la sua casa. Di qui quel senso di appartenenza che gli uomini hanno con il luogo che abitano, come se la casa fosse una sorta di estensione del loro corpo, del loro carattere: è quella forma di empatia che l'uomo da sempre, quasi senza saperlo, ha con le pareti delle sue stanze (v. post 26-06).

La stanza, dal canto suo, costretta dalla natura statica del suo essere parete-nient'altro-che-parete, assorbe con entusiasmo le vitalità dinamiche dei suoi abitanti, i voli pindarici delle sue fantasie e quelli caotici dei ricordi confusi che nel tempo si affastellano disordinatamente nelle memorie, e vive questi momenti come una sorta di riscatto per la sua pesantezza e per l'immobilità che la costringono a restare là dove l'hanno eretta; intercettare immagini è un modo per saziare la curiosità di sapere cosa c'è fuori dai suoi confini murari.

Così le pareti delle stanze, quando restano sole, si accendono, si popolano di persone, si aprono su panorami di paesaggi ampi e luminosi..., ciò nonstante tutte le stanze hanno un'innata "timidezza", una debolezza che le porta a nascondere scrupolosamente la refurtiva che ogni giorno rubano alle nostre immagini mentali e le fa apparire così come comunemente appaiono: pallide e indifferenti.

Anche la nostra stanza, timida come le altre, alla presenza di qualcuno nasconde la sua vera natura e improvvisamente si ammutolisce: silenziosamente e pazientemente ritorna fondo neutro, ma in segreto intercetta emozioni...

(ma... forse, piuttosto che parlare di timidezza della stanza, non si dovrebbe parlare semplicemente della sua prima natura, quella che la chiama ad essere sostanzialmente solo una stanza con 4 pareti, un po' di arredi e nulla di più ?)




june 26
La psicologia dell'empatia.
di guido incertiPubblica post
Nell'architettura la sensibilità degli oggetti di rispecchiare le condizioni del corpo fu teorizzata per la prima volta sul finire del IXX secolo entro quella che era la neonata psicologia dell'empatia. Wolfflin a proposito nel 1886 scrisse: " Noi giudichiamo agni oggetto in analogia con il nostro corpo. Non solo esso per noi si muta-anche se di forma diversissima-subito in un essere con capo, piede, fronte e tergo; non solo abbiamo la convinzione che esso non possa trovarsi bene se è inclinato o se minaccia di cadere, ma, con una incredibile finezza dei sensi, abbiamo anche la sensazione della gioia o del malessere nell'esistenza di qualsiasi configurazione o di qualsiasi immagine, per quanto sia da noi lontana".
Mi sembra che rispecchi molto la "stanza timida".
Inoltre come non ricordare che nella teoria classica il corpo( idealizzato) era proiettato di rettamente sull'edificio? O che l'edificio era espressione stessa della armonia del corpo? Leon Battista Alberti insegna...
Quindi alla fine di tutto il discorso anche se non sembra la nostra timida stanzina e nipotina niente popo di meno del vecchio, bello e caro Uomo Vitruviano (di Leonardo?)...che dovrebbe essere secondo me bello presente nel video....ricordo della nostra bambina...ricordo del suo nonno...

june 23
draft of the set skeleton made up with vvvv




june 21
Ciao dario,
di seguito, la breve presentazione che mi avevi chiesto per partecipare all'evento (prendila, ovviamente, come una bozza, suscettibile di cambiamenti).
Circa la preferenza da esprimere sulla stanza: optiamo per la camera da letto.
Aspetto tue conferme per il sopralluogo di martedì (...tardo pomeriggio/sera?)
saluti
vale
LA STANZA TIMIDA | Ogni stanza ha la sua natura
Le pareti di una stanza, di qualsiasi stanza, in qualsiasi casa conservano le tracce di suoni e immagini di un vissuto che non appartiene direttamente a loro, ma a chi quelle stanze ha animato, anche solo per un istante (E' una specie di ricordo o forse il sogno di come si immaginano essere il mondo che sta fuori di loro...)
Nella loro solitudine, le pareti sprigionano le energie assorbite silenziosamente nel tempo, nell'immobilità del quotidiano vivere e quando il loro equilibrio viene perturbato dall'ingresso di nuove persone, la stanza rientra nella sua natura: si fa timida e tace...


june 20...chats

Nessun commento: